A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
In questa lunga serie di articoli ispirati al tema “Ai confini della zona 4” abbiamo circumnavigato la nostra circoscrizione in senso antiorario, a parte alcuni inserti, partendo dalla zona di Porta Romana; essendo ora giunti in piazza Tricolore, ci rimangono da percorrere tre ultimi viali per completare il percorso: Bianca Maria, Regina Margherita e Caldara (su viale Monte Nero aveva già scritto un collega).
Partiamo allora dalla piazza Tricolore, e portiamoci sullo spartitraffico che ci accompagnerà fino a Piazza 5 Giornate; all’angolo troviamo due eleganti palazzi d’epoca, di cui uno arriva fino alla prima traversa sul lato est (via Raiberti, alla nostra sinistra dato che ci stiamo dirigendo verso sud), mentre quello sul lato ovest dispone di un notevole portone ed è unito ad uno dei palazzi più notevoli della via; il civico 45. Non passano difatti inosservati i fregi sopra i portoni e la finestra al piano terreno; ma sono soprattutto i putti decorati in altorilievo tra le finestre dell’ammezzato e la lunga balconata al primo piano ad attirare l’attenzione; timpani e fregi infine completano la facciata sui piani superiori.
Superata la via Mayr, sempre sul lato ovest, troviamo un altro palazzo degno di nota, il cui civico fa riferimemto alla strada traversa. Se infatti tutti i palazzi del viale sono eleganti, seppure di epoche diverse, solo alcuni di essi hanno elementi architettonici e decorativi che attirano l’attenzione. In questo caso l’edificio, risalente agli anni ’20 del XX secolo (come il precedente) ha bifore stilizzate alle finestre e colonnine squadrate all’ultimo piano, nonché una balconata al primo piano con motivi geometrici.
Superata la via Mascagni, sulla nostra sinistra notiamo il civico 26, con due edifici laterali a torre ed uno centrale a torretta circolare e, dirimpetto, il civico 37, che è senza dubbio l’edificio più interessante della via dal punto di vista artistico. Si tratta di Casa Predaval, uno dei primi esempi di liberty a Milano, progettato dall’architetto Luigi Predaval e risalente al 1902. Questa casa testimonia già presenze ornamentali che sono inequivocabilmente orientate al nuovo stile, che vedrà coinvolgere, nell'ambito delle sue espressioni, i molteplici aspetti figurativi dell'arte. Se i graziosi motivi dei balconcini alleggeriscono la facciata, il massiccio balcone sopra il portone d’ingresso non la appesantisce, stimolando anzi suggestioni che ricordano il catalano Gaudì.
Proseguendo sul viale, sempre sulla destra troviamo il civico 33, dotato di balconcini in ferro battuto, e, sulla sinistra, il civico 24, dotato di una loggia centrale e di numerose bifore, trifore e quadrifore sparse sulla facciata secondo un preciso ordine, seguito dal civico 22 ornato da eleganti colonnine all’ultimo piano.
Siamo così giunti all’incrocio con la via Bellini, dove i palazzi che si affacciano agli angoli hanno le facciate smussate; superata la strada ci attendono, sulla destra, i civici 27 (fregi sulla facciata e balconi in ferro battuto), 25 (idem) e 23 (logge con trifore), mentre sul lato opposto si trova un graziosa palazzina a tre piani.
Superata la via Maestri, sulla destra si trovano altri palazzi (civici 21 e 19) con bifore e trifore stilizzate, mentre di fronte si staglia la mole del civico 16, dotato di ben tre cancelli d’accesso e preceduto da un giardino ricco di alberature. A seguire sulla destra un elegante palazzo liberty neomedievale, quasi un castelletto, detiene i civici 15 e 17: arcate, bifore, merlature e fregi simil-medievali ben rendono una suggestione tipica dello stile liberty.
Il viale sta per terminare ma vale ancora la pena di notare i civici 13 e 11, eleganti palazzi d’epoca, e il civico 2, che occupa l’intero isolato tra le vie Bianca Maria, Zanardelli, Premuda e piazza 5 Giornate, che si slancia verso l’alto con torri abitative sugli angoli.
Prima di chiudere l’articolo, voglio dare alcuni brevi cenni storici sulla via. Essa si chiamò prima Bastioni di Porta Vittoria, poi più brevemente Bastioni Vittoria, finchè negli anni ’20 del XX secolo fu decisa l’attuale dedicazione; il viale ha assorbito anche una via Giulio Carcano che fino ai primi del XX secolo fiancheggiava i bastioni verso Porta Monforte: "ultima via a destra di via Monforte", era una rientranza nei bastioni. Vale la pena infine di ricordare che Bianca Maria Visconti fu colei che diede vita all’Ospedale Maggiore, e che in questa via ebbe lo studio l’architetto d’interni e scenografo Lorenzo Mongiardino, che ebbe anche due nominations agli Oscar per la scenografia di noti film.
Nel prossimo articolo ci occuperemo del tratto successivo di questa circonvallazione, dedicato alla Regina Margherita.